Mal di stomaco, mangiare bene aiuta

Le malattie gastroenterologiche, pur essendo tra le patologie più diffuse nel nostro Paese, sono spesso sottovalutate e peggiorate da un’alimentazione poco attenta. A rendere nota la situazione, i gastroenterologi dell’Associazione Italiana gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO), riuniti a Bologna per il 19° Congresso nazionale della malattie digestive. Una dieta sbilanciata e uno stile di vita sedentario sono dannosi per la salute, anche quella dello stomaco. Ne parliamo con la dottoressa Beatrice Salvioli, gastroenterologa di Humanitas e ricercatrice all’Università di Bologna.

Che ruolo ha l’alimentazione nella prevenzione gastroenterologica?
«Una dieta sana ed equilibrata è importante per il corretto funzionamento dell’organismo e per la salute del nostro corpo. Nel caso delle più comuni patologie a carico dell’apparato digerente, come il reflusso gastroesofageo, la stipsi e la gastrite, l’alimentazione è fondamentale per non peggiorare la situazione. In altri casi però, come nell’ulcera peptica, la causa è da ricercare nell’infezione da helicobacter pylori e non ha alcuna correlazione con l’alimentazione».

Quali consigli per chi soffre di queste patologie?
«Le persone colpite da stipsi, reflusso o gastrite dovrebbero assicurarsi una dieta ricca di fibre (frutta e verdura), dovrebbero evitare di consumare cibi troppo grassi o raffinati, moderare il sale, le bibite e i prodotti zuccherati. È importante bere molta acqua: una corretta idratazione aiuta il funzionamento dell’apparato digerente. Occorre poi prestare attenzione ai cosiddetti cibi irritanti, che peggiorano la situazione: cioccolato, caffè, pomodori, agrumi, menta, fritti, vino e superalcolici».

Ci sono attenzioni particolari che è bene adottare?
«Chi soffre di patologie gastroenterologiche dovrebbe evitare di fumare: l’associazione molto diffusa del fumo con il caffè è dannosa; in genere però, i pazienti che accusano sintomi di “gastrite”, spontaneamente eliminano queste abitudini quotidiane. È inoltre opportuno lasciar trascorrere due-tre ore tra la fine della cena e il momento in cui si va a dormire, in maniera tale da consentire un’adeguata digestione. Chi è soggetto a sensazione di pesantezza postprandiale dovrebbe fare piccoli pasti più frazionati nell’arco della giornata e assicurarsi una cena leggera. In generale, sarebbe bene preferire alimenti più leggeri a cena, anche se il nostro stile di vita ci porta a mangiare qualcosa al volo a pranzo e a consumare una cena abbondante e particolarmente elaborata: questo appesantisce l’apparato digerente con comparsa di bruciori fastidiosi durante la notte che possono essere spesso una causa di insonnia. Anche lo stress è un fattore peggiorativo, in alcuni casi addirittura scatenante».

(Salute, Humanitas)