Troppo tè freddo? A rischio i reni

Fresco, dissetante, un piacevole toccasana contro l'arsura estiva.

Eppure il tè freddo, bevanda regina dell'estate, consumato in quantità eccessiva potrebbe nascondere un'insidia per i reni: un eccesso di ossalati, sostanze che si accumulano nei reni formando i temuti – e dolorosi – calcoli. L'avvertimento arriva dagli esperti del dipartimento di Urologia della Loyola University di Chicago (Usa) ed è diretto soprattutto alle persone con una maggiore propensione alla formazione di calcoli renali. “L'estate è la stagione in cui si perdono più liquidi a causa della sudorazione – spiega John Miller, l'urologo che firma l'articolo – ed è forte la tentazione di rimpiazzarli bevendo grandi quantità di tè freddo che ha un sapore più gradevole dell'acqua”.

Anche il tè caldo contiene ossalati, ma difficilmente se ne bevono quantità abbondanti come accade con la sua versione gelata o raffreddata con il ghiaccio. “Negli Usa l'85% del tè bevuto è freddo”, ricorda Milner a proposito dell'abitudine degli statunitensi di berlo anche come accompagnamento durante i pasti.
Tuttavia, secondo il ricercatore, molti sottovalutano il rischio potenziale per i reni. “Per questo, contro il pericolo di disidratazione estiva – aggiunge lo studioso – l'acqua è sempre la scelta consigliata”. Scongiura l'accumulo di ossalati, favorisce l'idratazione e anche il lavoro di filtraggio a carico dei reni. Al più si può optare per una limonata rinfrescante: i citrati contenuti nel limone, infatti, svolgono un'azione di contrasto rispetto alla “sabbia” e agli altri corpuscoli che si accumulano nei reni, non permentendo che si aggreghino dando vita ai calcoli.