Nonostante il colesterolo svolga diverse funzioni biologiche di primo piano, quando circola nel sangue in concentrazioni che si allontanano dalla norma (alti livelli di colesterolo LDL e bassi di HDL - ipercolesterolemia) si trasforma in un importante nemico della salute e rappresenta un fattore di rischio primario per l'insorgenza di malattie cardiovascolari. Le LDL sono infatti definite “colesterolo cattivo” perché, se presenti in quantità eccessiva, tendono a depositarsi sulla parete delle arterie causandone l’ispessimento. Tale processo, se protratto nel tempo, può portare alla formazione di aggregati sempre più densi fino alla formazione di vere e proprie placche. Queste placche fanno perdere la naturale elasticità delle arterie e possono causare gravi danni soprattutto al cuore (infarto) o al cervello (ictus).
Livelli di colesterolo “desiderabili” (Progetto Cuore - Istituto Superiore Sanità):
Il valore del colesterolo totale é “desiderabile” quando non supera i 200 mg/dl.
Il valore del colesterolo-LDL é “desiderabile” quando non supera i 130 mg/dl.
Il valore del colesterolo-HDL é “desiderabile” quando é uguale o superiore a 50 mg/dl.
Inoltre le alterazioni nei livelli di colesterolo sono spesso presenti in patologie estremamente comuni quali, in particolare, il diabete. L’alterazione lipidica più comune nel paziente diabetico é rappresentata dall’ipertrigliceridemia (elevati livelli di trigliceridi) che spesso, a sua volta, é associata a riduzione del colesterolo HDL e aumento del colesterolo LDL.
Queste alterazioni, nel complesso, costituiscono quella che viene comunemente definita “dislipidemia diabetica”: é ormai noto che l’incremento di colesterolo LDL nel paziente diabetico, anche se non strettamente causato dalla patologia diabetica, rappresenta il principale fattore lipidico di rischio cardiovascolare in questa categoria di pazienti.
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